La pasta ‘ncasciata è un piatto di origine siciliana, una corposissima pasta al forno piena di prelibati ingredienti tipici della tradizione, da consumare in compagnia come piatto unico. La pasta ‘ncasciata contiene tutto lo spirito della Sicilia: nella nostra ricetta vi proponiamo la versione alla messinese, in cui, oltre al caciocavallo, alle melanzane e al prosciutto, troverete anche il ragù di carne macinata. Il trucco per preparare una perfetta pasta ‘ncasciata è scolare la pasta a metà cottura, in modo che termini di cuocere assieme agli altri ingredienti nel forno. Da tradizione la melanzana, alimento d’oro della Sicilia, va necessariamente fritta, anche il giorno prima in modo che prenda più sapore. La pasta ha ottenuto un notevole successo anche grazie ai libri di Andrea Camilleri e alla serie tv del commissario Montalbano, il cui protagonista è un fan sfegatato di questo primo piatto delizioso!
Ingredienti per 6 persone
- Carne macinata mista: 400 g
- Passata di pomodoro: 400 ml
- Sedano: 1/2 gambo
- Carota: 1/2
- Cipolla: 1 quarto
- Vino rosso: 1/4 di bicchiere
- Uova: 2
- Melanzana: 1
- Rigatoni: 500 g
- Caciocavallo da grattugiare: q.b
- Sale: q.b
- Pan grattato: q.b
- Olio di semi d’arachidi: q.b
- Caciocavallo: 200 g
- Prosciutto cotto: 150 g
- Preparazione: 30 minuti
- Cottura: 2 ore, 30 minuti
- Totale: 3 ore
- Calorie: 540 Kcal/porzione
Preparazione
Tritate il sedano, la carota e la cipolla. Fateli rosolare per qualche minuto in una padella a fuoco medio, aggiungete poi la carne e continuate a cuocere mescolando con un cucchiaio di legno.
Condite con un pizzico di sale e sfumate con il vino rosso. Dopo l’evaporazione del vino, versate la passata di pomodoro e 400 ml di acqua calda. Coprite con un coperchio e fate cuocere a fiamma bassissima per circa 2 ore.
Nel frattempo, tagliate la melanzana a fette dallo spessore di circa ½ centimetro. Asciugatele con un pezzo di carta da cucina.
In una padella versate un dito di olio di semi d’arachide e attendete che sia bollente. Friggete poi le melanzane, scolatele e mettetele da parte.
Preparate le uova sode: riempite un padellino di acqua fredda e immergetevi le uova. Ponete sul fuoco e lasciate cuocere 9 minuti dopo il bollore. Scolate le uova, lasciatele raffreddare, sbucciatele e tagliatele e a fettine.
Tagliate a cubetti il caciocavallo fresco e grattugiate il caciocavallo stagionato.
Riempite d’acqua una pentola capiente e ponete sul fuoco. Salatela e, al bollore, versate la pasta. Scolatela a metà cottura, mescolandola poi con metà del ragù.
In una pirofila da forno versare circa 3 cucchiai di ragù, creando uno strato di base, e poi alternate strati di pasta, prosciutto, melanzane, uova, caciocavallo a cubetti e grattugiato e il ragù. Proseguite fino a terminare tutti gli ingredienti.
Sull’ultimo strato di pasta spolverate anche del pane grattugiato.
Infornate in forno preriscaldato ventilato a 180° per circa 20 minuti. Sfornate e lasciate riposare circa 30 minuti prima di servire.
Consigli e suggerimenti
La pasta ‘ncasciata è ancora più buona mangiata il giorno dopo! Per questo motivo, vi suggeriamo di prepararla la sera prima e servirla poi dopo averla stemperata in forno a bassa temperatura.
Potete usare rigatoni, come nella nostra ricetta, oppure altri formati di pasta corta come elicoidali, maccheroni o sedani rigati.
Se non avete del caciocavallo siciliano potete usare del provolone dolce.
Potete aggiungere alla ricetta anche il salame, così da avere un gusto ancora più deciso.
Provate la versione alla ragusana, con un ragù di salsiccia.
Storia
Le origini della pasta ‘ncasciata si perdono tra i paesi della Sicilia, in lotta tra loro per reclamarne la paternità Le versioni della pasta ‘ncasciata sono tre, diverse da zona a zona della Sicilia: a Palermo, insieme agli ingredienti del ripieno, si usa un semplice sugo di pomodoro; a Messina si usa il ragù; a Ragusa, infine, si aggiunge un sugo di salsiccia. Il nome “’ncasciata” deriva dal dialetto mistrettese e vorrebbe indicare l’azione del “ricoprire o rivestire la pentola con la brace”, ovvero una storica abitudine degli abitanti dell’isola di cuocere la pasta nella brace o in pentole di terracotta. Altre ipotesi collegano il termine ‘ncasciato con il caciocavallo, da cui potrebbe derivare “’ncaciata”, ovvero “condita con il cacio”.