La panissa è un tipico risotto della gastronomia piemontese, in particolare nasce nella città di Vercelli. E’ proprio ad una sagra presentata anni fa in questa città, che ho scoperto e gustato questo risotto.
Si tratta di un risotto ricco, sostanzioso e nutriente, a base di fagioli borlotti o di Saluggia, vino rosso, lardo e salame della duja. La ricetta viene poi personalizzata a seconda delle zone, con sedano, carote, verza o formaggio. La storia della panissa è antichissima, risale infatti alle tradizioni contadine che usavano un cereale simile al miglio.
Il salame della duja è un insaccato tipico di Novara, Biella e Vercelli, il cui nome si riferisce al contenitore, un boccale di terracotta, in cui viene fatto maturare immerso nello strutto, in modo da restare morbido. Se non riusciamo a reperirlo possiamo sostituirlo con salsiccia, salamelle o salamini morbidi.
Come preparare la panissa:
In una pentola facciamo scaldare del burro e facciamo dorare la cipolla tritata. Aggiungiamo il salame ridotto in pezzetti.
Lasciamo rosolare e uniamo il riso. Tostiamo il riso, girando bene per farlo impregnare del condimento.
Sfumiamo poi con il vino rosso. Una volta evaporato il vino aggiungiamo il brodo e lasciamo cuocere.
Seguiamo i tempi di cottura del riso, aggiungendo ulteriore brodo se necessario.
Verso fine cottura, uniamo i fagioli.
Mantechiamo con del burro a fuoco spento, e serviamo.
Ingredienti per 4 persone:
- 350 g di riso Arborio
- 350 g di fagioli borlotti
- 70 g di burro
- 1 l di brodo di carne
- ½ cipolla bianca tritata
- 50 g di salame
- 1 bicchiere di Barbera
- Olio oliva qb
- Sale, pepe qb
Curiosità:
Di panissa non ce n’è una sola. La panissa è anche un tipico steet food ligure, che si presenta come quadrotti da mangiare freddi o fritti, mentre si passeggia tra i vicoli del centro. Come avete ben capito è un piatto completamente diverso dalla panissa vercellese. Quella ligure si prepara infatti con gli stessi ingredienti della farinata, ad eccezione dell’olio. Vengono quindi fatti cuocere farina di ceci e acqua, fino a formare una crema, simile alla polenta, che fatta poi raffreddare in una teglia viene tagliata in cubetti, che possono essere consumati così oppure fritti in olio bollente.
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